EXPO: “APPRODO” SICURO PER IL GRANDE EVENTO STORICO-CULTURALE “LO SBARCO IN SICILIA” 1943-2013
La Expo di Barbara Mirabella, nota agenzia di organizzazione eventi, fiere congressi, sempre impegnata nei principali eventi della propria regione! E’ il caso della manifestazione “LO SBARCO IN SICILIA” 1943-2013, un vero e proprio evento di commemorazione storica della Sicilia.
IL COMUNICATO STAMPA
Un capitolo importante, se non decisivo, della storia del secolo scorso è stato scritto in questa Terra, la Sicilia. Un capitolo che si snoda nell’arco temporale che va dal 10 luglio al 17 agosto 1943. In poco più di un mese le forze (circa 200.000 uomini, la più imponente operazione navale della storia prima della Normandia) anglo-americane e canadesi, con il supporto di unità olandesi, polacche, greche, norvegesi, belghe, francesi, sudafricane, australiane e neozelandesi, sbarcate su un fronte di circa 160 chilometri, da Licata ad Augusta, costringono italiani e tedeschi ad un tentativo di difesa prima ed alla ritirata poi. Da qui comincia la fine della Seconda guerra mondiale, il cui esito determinerà la mappa geopolitica dell’Europa e il precario equilibrio tra le due massime potenze militari.
Un’attenta rilettura della memoria. A distanza di settant’anni si vuole colmare un vuoto culturale che a lungo ha impedito di attribuire a quei fatti un corretto valore storico, tramite l’attenta rilettura di documenti dell’epoca. Ma non solo. L’emozione della memoria si innesca attraverso un articolato programma di celebrazioni che ha tra gli obiettivi il ricordo e il rispetto per tutti coloro i quali, per lo più giovani, militari di eserciti contrapposti e civili inermi, furono vittime.
Il prato verde del cimitero inglese di Bicocca, i mattoni rossi del sacrario tedesco a Motta Sant’Anastasia, le lapidi bianche che identificano i caduti canadesi ad Agira, sono soltanto alcune delle dolorose tappe della memoria che si snodano dalle sabbiose coste meridionali dell’Isola alle dolci colline dell’entroterra.
Mimetizzate tra la vegetazione, incastonate nei muri a secco che delimitano trazzere e campagne o perfettamente delineate lungo la costa, numerose casematte, sentinelle di pietra e cemento, sono tutt’ora visibili.
Tra gli eventi bellici dell’Operazione Husky, una grande tela la cui trama è tessuta con il filo di migliaia di storie di uomini e donne, la Battaglia del Ponte Primosole, con la strenua resistenza di italiani e tedeschi a difesa di Catania, è sicuramente la più importante.
Il Museo dello Sbarco testimonianza del valore della Pace. Non è un caso, quindi, che proprio a Catania è visitabile uno dei più estesi e qualificati musei europei dedicati alla Seconda guerra mondiale. Realizzato dalla Provincia regionale di Catania, nel 2001, attraverso l’esposizione di filmati, documenti, ricostruzioni, uniformi, armi focalizza i 38 giorni delle operazioni belliche in Sicilia, con particolare attenzione alle battaglie combattute nell’area orientale: Gela, Troina, Agira, Ponte Primosole, Catania e Messina. Nel tempo si è arricchito di ulteriori testimonianze, divise, fotografie, diari personali, frammenti di vita di sconosciuti protagonisti di quell’evento. Il Museo stesso è diventato una fondamentale tappa del ricordo, oltre che un contenitore culturale che consente alle nuove generazioni di conoscere e vivere la realtà siciliana, anche la normale esistenza quotidiana, con la fedele ricostruzione di ambienti urbani.
Ma, soprattutto, “E’ stato ideato e voluto per non dimenticare ciò che è stato e per riflettere su ciò che vogliamo per il futuro”. Testimoniare la guerra, che non ha mai vincitori e vinti, ma solo vittime, è il miglior modo per apprezzare il valore assoluto della Pace.
Il convegno “Sicilia 1943, Operazione Husky”, che è stato ospitato alle Ciminiere, a pochi metri dal Museo storico dello sbarco in Sicilia, ha offerto una panoramica ampia e approfondita di quei giorni. Storici, giornalisti, studiosi hanno esposto le loro tesi, dopo l’intervento di saluto dell’on. Salvo Pogliese, vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, che si è assunto l’onere di organizzare una “cabina di regia” istituzionale, che altrimenti sarebbe mancata, per inserire in un calendario organizzato una serie di eventi.
“Oltre al valore storico di quanto accaduto , vogliamo lanciare l’opportunità di trasformare in un’opportunità di crescita economica, tramite il turismo, le tante testimonianze presenti sul territorio – ha sottolineato l’on. Pogliese -, traendo spunto da altre esperienza positive. Basta ricordare che il Normandia si vive di turismo storico da decenni, che il Museo di Caen registra 350.000 visitatori l’anno, mentre il Museo dello sbarco, a Catania, conta appena 20.000 visitatori l’anno. E’, insomma, una grande opportunità turistico-culturale fino ad ora sottoutilizzata. Ringrazio, infine, il commissario straordinario della Provincia regionale di Catania, Antonietta Liotta, che ha condiviso con entusiasmo questa iniziativa e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone”.
Francesca Ganci, segretario generale della Provincia di Catania, ha ricordato, tra l’altro, una figura quasi sconosciuta, tra i tanti eroi: Costanza Bruno, esempio di altruismo e di grande umanità alle generazioni attuali e future, che ottenne la più alta distinzione internazionale della Croce Rossa, la medaglia d’oro, e la medaglia di bronzo al valore militare; figlia di un generale e di una baronessa, cadde in combattimento il 23 luglio del 1943. Pur ferita in modo grave mentre prestava assistenza come crocerossina all’ospedale di Nicosia, nascondeva il proprio stato per prestare aiuto alla popolazione che affluiva all’ospedale. Successivamente nonostante le cure decedeva, perfettamente conscia della propria situazione accettando con serenità quella che per lei era “la morte che desiderava” e che “Dio aveva esaudito le sue preghiere”.
Il sindaco Enzo Bianco, ha sottolineato che la validità specifica di questo evento non è solo la commemorazione fine a se stessa, ma l’avvio di un progetto di sviluppo, che prevede di mettere in rete le tante testimonianze che ci sono già e meritano di essere valorizzate. “Partendo dal Museo storico dello sbarco in Sicilia, a Catania, si può ritrovare il senso della memoria, del valore storico e anche turistico, di un segmento della nostra storia contemporanea che ha i suoi appassionati, non necessariamente reduci”, ha concluso il sindaco Bianco.
Assente, perché impegnato in quanto presidente della Commissione regionale antimafia, l’on. Nello Musumeci che nel 2001 da presidente della Provincia regionale di Catania, nel 2001 realizzò il Museo dello Sbarco, alle Ciminiere. Coordinati dal giornalista Daniele Lo Porto, sono poi intervenuti i diversi relatori.
Ezio Costanzo, fotoreporter, autore di diverse pubblicazioni sulla seconda guerra mondiale, ha anticipato l’importanza della mostra di 70 scatti inediti realizzati da Phil Stern, che aggregato ai Ranger, partecipò all’Operazione Husky per documentarla con la sua macchina fotografica. Stern, che poi divenne il fotografo ufficiale dei grandi divi di Hollywood, da Marilyn Monroe a Frank Sinatra, è tornato proprio in questi giorni in Sicilia, protagonista di un documentario sulla sua vita. La mostra, arricchita con cento immagini tratte dall’Imperial War Museum di Londra, sarà visitabile nella Galleria del Credito siciliano, ad Acireale, fino all’8 settembre e poi, dal 14 dicembre al 14 marzo, sarà allestita alle Ciminiere di Catania.
Il senatore Andrea Augello, ha focalizzato l’attenzione su alcune stragi operate dai militari statunitensi, in particolare quella di Biscari-Santo Pietro, dove vennero trucidati circa settanta italiani, tra militari e civili. Augello ha dato una chiave di lettura per comprendere, ma non giustificare, il perché della ferocia degli americani, in particolare di alcuni reggimenti, contro prigionieri italiani, tedeschi e civili. Paradossalmente i crimini di guerra furono perseguiti dalla giustizia a stelle e strisce, mentre furono letteralmente insabbiati dalle autorità italiane per decenni, nonostante precise e documentate denunce. Il tutto finito dentro un virtuale “armadio della vergogna”.
Il giornalista Alfio Caruso, che in diversi libri ha rievocato le pagine più drammatiche della II Guerra mondiale, dalla campagna di Russia allo sbarco in Sicilia a Cefalonia, ha puntato il dito contro il presunto tradimento della nostra Marina, che avrebbe tenuto ben lontane le navi che avrebbero potuto contrastare le operazioni in Sicilia, in seguito ad un accordo siglato con le forze angloamericane nell’ambasciata di Lisbona con alcuni ammiragli italiani.
Secondo altre tesi, però, il nostro naviglio era dislocato nei porti del nord e lungo l’Adriatico perché come possibili aree della sbarco erano state individuate la Sardegna e la Grecia.
La viltà di pochi e l’eroismo di molti, l’abbandono irragionevole della piazzaforte di Augusta, che avrebbe potuto decimare la flotta anglo-americana, preceduta dalla resa di Pantelleria. Gli errori strategici di Patton e Montgomery e la prevista passeggiata in Sicilia che si trasformò, invece, in una sanguinosissima via crucis, con migliaia di morti su entrambi fronti e tra la popolazione civile, sono stati approfonditi dal prof. Tino Vittorio, docente di Storia moderna dell’Università di Catania, da Giambattista Condorelli, componente del Comitato tecnico-scientifico costituito per la realizzazione del Museo dello sbarco, Leonardo Salvaggio, autore, come gli altri, relatori, di pubblicazioni sulla II guerra mondiale combattuta nella nostra isola.
Antonio Raspanti, guida naturalistica ed esperto degli eventi bellici nell’ambito dell’Operazione Husky, ha mostrato un video che la capillare presenza di bunker, casematte, rifugi antiaereo, postazioni di artiglieria e di avvistamenti sul territorio siciliano, un ideale percorso della memoria, che si snoda spesso in luoghi di grande bellezza ambientale.
Riccardo Tomasello, presidente della cooperativa Bios, che ha collaborato per la parte organizzativa e logistica, ha sottolineato e ringraziato oltre che gli Enti istituzionali per la loro partecipazione, anche i numerosi sponsor privati che hanno creduto in un’iniziativa che non ha precedenti e che potrebbe essere la prima di una serie di eventi per riscoprire il valore della memoria e valorizzare il territorio anche nei suoi aspetti storici.
Daniele Lo Porto